L’ambiente e il pianeta sono in pericolo?
O forse siamo noi ad essere in pericolo?
E Leonardo Di Caprio che c’entra con tutto questo?
I media non ne parlano abbastanza, eppure il riscaldamento globale e, in generale, la situazione ambientale continuano a peggiorare.
In questo articolo ho deciso di mettere insieme quelli che, a mio avviso, sono i punti chiave toccati in un film/documentario, dal titolo “L’undicesima ora” che vede il famoso attore come produttore e voce narrante.
Leggi fino in fondo se vuoi scoprire la situazione reale e quante cose ci vengono magistralmente nascoste.
Ready? Andiamo!
L’undicesima ora: Di Caprio ci racconta la salute del pianeta
Il documentario esce nel 2007 e non ha forse avuto la visibilità che avrebbe meritato.
Va a toccare principalmente l’argomento riscaldamento globale, ma anche tanti altri punti dolenti come le molte specie che si estinguono, le multinazionali del petrolio, le decisioni (o meglio le non decisioni!) politiche, le cause e le soluzioni che possono salvare il pianeta e molto altro.
Ho scelto di mettere insieme tutti i passaggi secondo me importanti per poter integrare con miei interventi e scrivere un articolo al riguardo.
Lo vedo come un piccolo contributo per cercare di dare un po’ più di visibilità sia ad un documentario molto ben fatto sia, più in generale, a questo tipo di problemi.
Molti non sono neanche consapevoli dei rischi che l’ambiente corre per colpa nostra, o forse non se ne curano e basta!
Anche se “L’undicesima ora” ha ormai qualche anno e i dati possono essere variati (e se lo sono, lo sono in peggio), i concetti che ne stanno alla base restano invariati.
Possiamo salvare l’ambiente
La frase che spesso viene ripetuta, “salvare l’ambiente”, in realtà non è precisa.
L’ambiente continuerà ad esistere, siamo noi che potremmo sparire, continuando a danneggiare una biosfera che è già malata.
Con lo sviluppo e le conoscenze, oltre a molte grandi conquiste alle quali siamo arrivati, stiamo vedendo anche l’impatto che le nostre azioni stanno avendo sul pianeta.
Non viene assolutamente data la giusta visibilità ai disastri ecologici.
I media li raccontano come fenomeni isolati, ma non lo sono.
Le cause e le conseguenze hanno un filo conduttore che porta diretto ai nostri comportamenti e alla nostra mentalità.
L’uomo e la vita
Stephen Hawking fa un piccolo e prezioso intervento su cosa rende possibile la vita sulla Terra.
Acqua, piante e atmosfera sono ad esempio elementi che giocano a nostro favore.
Peccato che noi li stiamo distruggendo di giorno in giorno.
Per capire l’avvento dell’uomo sul pianeta viene fatto un semplice esempio.
Se la storia della Terra fosse tutta racchiusa in un anno, l’homo sapiens sapiens sarebbe arrivato solamente il 31 dicembre alle 23.45.
Eppure in un quarto d’ora siamo riusciti a farne di danni eh?!
Opportunismo e avidità sono diventate le caratteristiche che guidano la società di oggi.
La mente umana è stata finora la chiave della nostra sopravvivenza.
Siamo l’unica creatura ad aver capito che si può prevedere/creare il futuro con le azioni compiute nel presente.
Peccato che ci sia una visione a dir poco distorta su quello che dovrebbe essere un futuro “giusto”.
Economia, politica ed egoismo sono diventate le cose più importanti per noi.
È andata persa la saggezza che ci teneva in armonia con l’ambiente, che ci faceva capire che azioni offensive contro la Terra ci avrebbero fatto pagare le conseguenze.
Uomo e natura sono un tutt’uno, cosa che non capiamo.
Per uno psicologo che interviene nel corso del documentario, questo è un disturbo psicotico che porta l’uomo a credersi più “libero”.
Prima di capire come siamo arrivati a questo punto, se trovi interessante quello che stai leggendo e pensi che meriti di essere condiviso, ti chiedo il favore di cliccare su uno dei bottoni qui sotto.
Grazie di cuore, è molto importante per me, ma soprattutto lo è per il pianeta!
Andiamo avanti…
Come siamo arrivati a distruggere casa nostra?
La rivoluzione industriale e la crescita nell’utilizzo dei combustibili fossili hanno portato ad un cambio dei ritmi di vita, più frenetici e incentrati solo sull’ossessione della crescita.
Prima era tutto diverso.
Dipendevamo dal sole: piante, animali, vestiti, legno, luce, calore, e tanto altro.
Tutto era legato al sole.
I combustibili fossili hanno portato un enorme sviluppo, che ha portato a sua volta ad una crescita esponenziale della popolazione.
Se tornassimo ad usare solo il sole col modo di vivere che abbiamo oggi, potremmo sopportare massimo 1 miliardo di persone sul nostro pianeta.
La verità è che il petrolio è diventato la soluzione ai nostri problemi.
“Siamo sovvenzionati dal petrolio”.
I paesi si indebitano fino al collo per finanziare le importazioni di petrolio.
Quanto sono alti i costi del petrolio?
Asma, piogge acide, riscaldamento globale, costi per le truppe che vengono tenute in medio oriente.
E questo è solo una parte.
Le temperature medie sono in continua crescita e questo deve preoccuparci.
Soltanto un paio di gradi ci hanno fatto uscire dall’era glaciale e un altro paio ancora potrebbero portare alla catastrofe.
Esondazioni, alluvioni, caldo che uccide, incendi, tornado, siccità.
Questi sono solo alcuni degli effetti disastrosi che il cambio climatico sta avendo.
Stephen Hawking torna ad intervenire, precisando che col CO2 e il riscaldamento dei mari l’effetto è, tra le altre cose, lo scioglimento dei ghiacci.
Ghiacci che riflettono luce verso l’alto e quindi contribuiscono a tenere la temperatura della Terra più bassa.
Meno ghiacci rimangono, meno luce viene riflessa, più la temperatura sarà destinata ad alzarsi.
Il rischio, nella peggiore delle ipotesi, è diventare come Venere: 450° C e piogge di acido solforico, con estinzione della razza umana come inevitabile conseguenza.
Il grande aumento di gas e i ritmi in continua crescita, portano ad un alterazione dell’equilibrio naturale.
Ci si avvicina così al punto di non ritorno, dove la natura andrà fuori controllo e fenomeni come i tornado saranno la normalità.
“Io non ci cedo al riscaldamento globale”
Magari fosse così soggettiva la cosa.
Non è questione di “ci credo” o “non ci credo”, il riscaldamento globale è evidente in ogni luogo e provato in mille modi.
Il 20% dei ghiacci si è già sciolto.
Gli uragani hanno una forza del 50% in più rispetto a qualche anno fa.
Continuando così, entro fine secolo l’artico rimarrà completamente senza ghiaccio!
C’è il forte rischio che 150 milioni di persone diventino profughi per cause naturali, come l’innalzamento del livello dei mari, che cancellerà molte città.
E la fine del secolo non è poi un periodo così lontano.
Deforestazione, acquitrini, CO2 negli oceani.
Sono tutte una grande minaccia per la vita.
Quello che si sta verificando è una distruzione degli ecosistemi e delle importanti funzioni che svolgono per noi.
L’acqua è vita…e noi stiamo massacrando l’acqua
Nei mari immettiamo sostanze come mercurio, metalli pesanti, pesticidi, erbicidi che inquinano e si concentrano poi nel pesce.
Tutte queste sostanze inquinanti portano a malattie, tumori (prostata, testicoli e seno per esempio), invecchiamento precoce, Parkinson, Alzheimer, problemi comportamentali (principalmente nei bambini) e tante altre.
E la lista continua ad ampliarsi!
70 paesi nel mondo non hanno più foreste intatte.
Vengono distrutte e convertite a pascolo.
La terra diventa arida, con le piante che non ricrescono più e così aumentano i deserti.
Ogni albero in meno è un gran danno per l’ambiente, te ne dò un esempio.
215.000 sono i litri d’acqua e quasi 30 sono i centimetri in meno in caso di inondazione.
Questa la capacità che un albero ha di trattenere acqua, pulirla e rimandarla nelle falde, senza far erodere il terreno e inquinare i mari.
Esondazione, perdita d’acqua ed erosione del terreno è ciò che si ottiene abbattendo un solo albero.
Si rischia inoltre, interrompendo questo circolo, che l’intera acqua dei mari diventi stagnante, cosa che causerebbe l’estinzione delle specie.
Ecosistemi evoluti per milioni di anni stanno collassando. Perché non reagiamo?
La globalizzazione, che ha condotto all’avvento delle multinazionali, e l’avidità, rischiano di distruggere il pianeta.
La natura viene ormai vista come proprietà.
Puoi comprarla e farci ciò che vuoi.
Il potere è nelle mani di poche multinazionali.
I politici obbediscono al denaro, sono le industrie di carburanti fossili che comandano.
Le loro dimensioni e quindi il loro potere, sono smisurate.
Per capire un po’ come funziona il sistema, nel documentario viene raccontato un episodio molto indicativo.
La bozza di “Our changing planet” un documento contenente dei piani per salvaguardare l’ambiente, viene inviata alla casa bianca per la revisione.
Viene rimandata indietro piena di correzioni (che ovviamente toccavano i punti più importanti).
Questa bozza era stata mandata da Rick Piltz (membro del Climate Change Science Program), a questo avvocato (neanche uno scienziato che magari ne capirebbe di più!).
Il caro avvocato, direttore del personale del consiglio sulla qualità ambientale, prima di entrare alla Casa Bianca era un lobbysta di una grande industria di petrolio americana.
Capirai da te che se il sistema è strutturato in questo modo, cambiare diventa tutt’altro che semplice.
L’armonia persa
Addirittura Jefferson disse un frase più o meno così: “dobbiamo riscrivere la Costituzione ad ogni generazione perché funzioni davvero”.
Ricostruire l’armonia uomo-natura è ciò che può farci uscire da questa situazione.
E l’unico modo è capire una cosa: anche la natura ha diritti!
L’economia è diventata solo crescita ed espansione.
E continuando a crescere invade la biosfera, che di per sé non cresce.
Per crescere quindi, dobbiamo rinunciare a ciò che c’era prima.
E se ciò che c’era prima era una natura in equilibrio, i danni per la rinuncia sono inevitabili.
La tecnologia, per quanto meravigliosa, non fa quello che fa la natura.
Ma non ne teniamo conto di questo, pensa ad esempio all’impollinazione.
O se ad esempio volessimo togliere il biossido di carbonio (CO2) e immettere ossigeno, come fanno le piante, quanto ci costerebbe?
È stato stimato che ci costerebbe 35 TRILIONI di dollari l’anno, la natura lo fa gratis.
E noi la ringraziamo?
Puntare solo alla crescita può anche andar bene, ma una crescita sbagliata peggiora la qualità della vita.
Il problema è culturale, è la mentalità.
CO2, rifiuti, riscaldamento e compagnia bella sono solo sintomi del problema.
Spendiamo la maggiorparte del nostro tempo a guadagnare per poter poi fare acquisti, restare al passo coi tempi e finire per trascurare ciò che conta davvero.
“Il benessere ci anestetizza”.
Un concetto, secondo me molto giusto e importante è:
“non si salva il pianeta dicendo alle persone che fanno la cosa sbagliata; serve un cambio di mentalità, da avere a benessere”.
Spesso chi cerca di convincere gli altri ad agire per il bene del pianeta, lo fa in modo sbagliato, attaccando e criticando.
Serve arrivare alla coscienza delle persone, accrescere la loro consapevolezza di ciò che accade e delle conseguenze delle proprie azioni.
Così si può arrivare ad un cambio di mentalità.
Viviamo con troppo attaccamento e dando troppa importanza ai beni materiali.
Si è perso il controllo.
O cambiamo o rischiamo la perdita di 1/3 o addirittura metà delle specie viventi!
Già più di 50.000 specie all’anno si estinguono per colpa nostra.
E noi ci preoccupiamo solo della nostra possibile estinzione!
La consapevolezza della gente è l’unica via.
Siamo vittime dell’inerzia del pensiero che l’uomo è il re della natura.
Non è assolutamente così.
“Siamo arrivati sull’orlo del burrone” ci dice Leo.
E ha ragione.
Il ponte tra opinione pubblica e politica pubblica è andato in rovina.
Tutti, potendo scegliere, vorremmo energia efficiente e pulita, meno rifiuti e meno inquinamento.
Ma poi le azioni politiche vanno in ben altra direzione.
Girano troppi soldi nel sistema politico!
“Questa generazione può cambiare completamente il mondo”
Utilizzo e riciclo.
Non generare più rifiuti.
Un nuovo design per l’utilizzo di massa di cose non dannose e intrinsecamente preziose, che va a sostituire cose distruttive.
Se ci pensi, noi creiamo in modo totalmente opposto alla natura.
Ad esempio il kevlar (che è il materiale più resistente che ci sia) viene fatto prendendo il petrolio, portandolo a temperature altissime, immergendolo nell’acido solforico e poi sottoponendolo a grande pressione.
Noi con le nostre ossa non possiamo fare tutto ciò e neanche un ragno con la sua ragnatela (che è 5 volte più forte dell’acciaio), eppure tutto funziona a meraviglia.
Per fortuna c’è chi cerca di imitare questi processi.
Quello dev’essere il futuro!
Con l’edilizia ecologica, ossia edifici che gestiscono efficacemente energia e risorse, le cose possono essere cambiate drasticamente. In meglio.
Edifici come alberi e città come foreste.
Un albero produce ossigeno, assorbe anidride carbonica, distilla l’acqua, dà habitat a molte specie, accumula energia solare, produce cibo, crea microclimi, si replica.
Con edifici fotosintetici, che smaltiscono i rifiuti e usano bene le risorse, basterebbe 1/10 delle risorse che impieghiamo ora per vivere ottimamente sul pianeta.
I politici cercano di ritardare le nuove tecnologie e le energie rinnovabili.
Eppure potremmo cambiare in poco tempo se loro volessero.
Il problema è che c’è rimasto poco tempo, è arrivato il momento di fare.
Possiamo lasciare una bella immagine di questa generazione a quelle future.
È come se ognuno avesse un pezzetto di un mosaico da costruire.
Ognuno ha l’opportunità per contribuire a creare l’immagine di un futuro roseo e sostenibile, di benessere per noi, per l’ambiente e il pianeta intero.
La via da intraprendere è costruire un’economia senza petrolio, col poco tempo che ci rimane.
E si può fare.
L’energia eolica, ad esempio, può competere ormai col prezzo di petrolio e carbone.
Con più tasse sull’inquinamento e meno sul reddito, non crescerebbe il livello di tasse, ma ci sarebbe un incentivo ad inquinare meno e ad indirizzarsi verso un’energia pulita e una riduzione degli sprechi.
Cosa comporterebbe dare degli incentivi per adeguare vecchi edifici?
Impiego di meno petrolio, creazione di milioni di posti di lavoro e un ambiente migliore.
Voti ogni giorno: dì la tua
Agire per dimostrare che ci importa veramente dell’ambiente e creare il bisogno politico di intervenire.
L’ecologia va integrata nelle politiche governative.
Perché non si vota solo ai seggi, si vota ad ogni acquisto approvando ciò che si compra.
Deepak Chopra disse una frase molto importante: “la gente sta facendo il meglio che può, dato il suo livello di consapevolezza”.
Ed è proprio qui il punto, c’è sempre un livello di consapevolezza superiore.
Più lo alziamo, meglio staremo.
La Terra andrà avanti e si rigenererà anche senza di noi perché “la Terra ha tutto il tempo del mondo…e noi no. È qui che siamo arrivati!”
Per cui, alza il tuo livello di consapevolezza, agisci ogni giorno per votare in favore dell’ambiente, manda il giusto messaggio a chi ti circonda e metti il tuo piccolo grande pezzo di mosaico!
Un abbraccio e a presto,
Riccardo.
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