Se ti dicessi che praticamente ogni volta che fai la spesa subisci degli inganni?
E se ti dicessi che, anche se non è colpa tua, mangi un sacco di schifezze e sostanze dannose senza che neanche te ne accorgi?
Vorresti sapere come evitare tutto questo?
In questa guida imparerai come leggere l’etichetta degli alimenti in modo da sapere esattamente cosa stai acquistando.
Dopo questa lettura sarai in grado di poter scegliere solo alimenti sani, senza sostanze chimiche dannose per la tua salute, ingredienti inutili e, peggio ancora, senza dover mangiare un po’ alla cieca.
Leggi fino in fondo se vuoi evitare gli inganni che ogni giorno l’industria alimentare mette in atto per poter massimizzare i propri guadagni, andando a scapito della salute tua e dei tuoi cari.
Andremo a parlare di vari aspetti, dai più banali ai più segreti e oscuri che si nascondono dietro una semplice lista di ingredienti.
Questo può fare la differenza nella qualità della tua alimentazione e quindi nella qualità della tua vita.
Ready? Andiamo!
Leggere le etichette alimentari: cosa stai per mangiare?
Partiamo dagli aspetti più basilari.
La prima cosa da dire a proposito di come sono strutturate le etichette riguarda le quantità di ogni singolo ingrediente.
Gli ingredienti non sono scritti in maniera casuale, ma in ordine decrescente di quantità.
Per cui, se ad esempio trovi scritto su un’etichetta di una merendina: zucchero, farina, acqua, ecc, allora l’ingrediente maggiormente presente è lo zucchero (sembra un esempio paradossale, ma purtroppo esistono veramente merendine così!).
Inoltre nota le scritte più piccole, sono importanti perché molto spesso trattano di dati che i produttori sono obbligati a riportare, ma di cui non possono andar fieri e per questo cercano di scriverli nel modo più illeggibile possibile.
Mettila così: se un prodotto contenesse un ingrediente super sano e di qualità, credi che il produttore non farebbe di tutto per vantarsene e fartelo notare?
Gli additivi: ecco cosa viene aggiunto
Aromi “naturali”: e che te lo dico a fare…
Elemento da tenere in forte considerazione è la dicitura “aromi naturali” e “aromi“.
La dicitura “aromi naturali” comprende tutte le sostanze già presenti in natura.
Tutte, quindi anche cose che non mangeremmo mai…e qui voglio lasciare spazio alla tua fantasia per pensarne alcune.
Il problema è che sono considerati aromi naturali anche le loro riproduzioni in laboratorio.
Questa cosa succede per la maggior parte delle volte perché costa meno riprodurre, piuttosto che estrarre un aroma (e anche se fosse estratto, lo sarebbe quasi certamente con solventi chimici).
Gli aromi artificiali invece sono quelli prodotti in laboratorio, sintetici e che non hanno il loro corrispettivo in natura.
Sostanzialmente non cambia molto tra i naturali e gli artificiali, solo che i naturali hanno un sapore che esiste in natura e che “riconosciamo”.
Gli artificiali vengono indicati in etichetta semplicemente con “aromi“, tanto per rimanere generici e non dare dell’occhio.
Sappi che molto spesso sono fatti con derivati del petrolio!
Ma qual’è il loro ruolo?
Di fatto vengono usati, come succede con lo zucchero, gli altri dolcificanti o il sale, per rendere piacevoli prodotti che di loro avrebbero un sapore orribile, perché fatti con materie prime di bassa qualità.
Si mangia prima con gli occhi e l’industria lo sa
– I coloranti vengono aggiunti solo per migliorare l’aspetto e quindi la commerciabilità di alimenti che avrebbero altrimenti un colore poco attraente.
Sono da evitare in quanto fatti con componenti che troviamo in sostanze non proprio naturali: dallo sverniciante, al gas di scarico dell’auto, al solvente, fino ai composti usati per la distillazione del catrame.
Danno molti problemi, anche gravi, come vari tipi di tumore o alterazione del patrimonio genetico.
– I conservanti invece impediscono o quantomeno rallentano il processo di deterioramento messo in moto da microrganismi come batteri e muffe.
Il compito principale per cui vengono impiegati è comunque sempre conferire un migliore aspetto al cibo.
Nella carne, ad esempio, c’è l’aggiunta di nitriti di potassio e di sodio (E249 ed E250) per renderla più rossa.
Vengono aggiunti anche e soprattutto a wurstel, salumi e insaccati.
Rendono apparentemente prelibati prodotti realizzati con scarti e conservati da mesi.
Danno problemi di respirazione come asma, bronchite, enfisemi e tumori.
I nitriti poi, in alcune condizioni, come con l’ambiente acido dello stomaco, si legano alle ammine e formano le nitrosammine, sostanze tra le più cancerogene conosciute.
Si formano maggiormente in insaccati, carne alla brace e anche infornando salumi e formaggi.
I nitrati, sempre di sodio e potassio (E251 ed E252) sono presenti nei vegetali in quantità innocue, a patto che si consumino prodotti di stagione e ancora meglio se biologici.
Con acidità, calore e lunghe conservazioni, si trasformano però in nitriti, dando tutti i problemi già citati.
Usati come additivi diventano poi tossici.
– Gli antiossidanti bloccano l’ossidazione e le variazioni di colore. Un po’ quello che in modo naturale fa il limone.
– I correttori di acidità servono per rendere più o meno acido o aspro il sapore e controllare il pH.
– Addensanti e stabilizzanti influiscono sulla consistenza. Vengono usati in creme, mousse, budini, salse, sughi pronti e prodotti del genere.
– Gli emulsionanti vengono impiegati per riuscire a miscelare chimicamente elementi che altrimenti non lo farebbero. Tipico esempio da fare è l’acqua con l’olio.
– Gli anti-agglomeranti agiscono per evitare grumi, che sarebbero antiestetici.
– Gli esaltatori di sapidità contengono glutammato monosodico (sospetto cancerogeno), si usano anche loro per coprire sapori che sarebbero altrimenti poco gradevoli.
– Gli edulcoranti comprendono elementi come aspartame, acesulfame e saccarina. Sostituiscono il saccarosio (lo zucchero).
Molti di loro sono estremamente dannosi per la salute, te ne parlo nell’articolo su zucchero e dolcificanti.
La farsa della dose giornaliera ammissibile
Ognuno di questi additivi, prima di essere reso commerciabile, deve essere testato per arrivare a stabilire una quantità “tollerabile” dall’organismo.
Benissimo, ma qual’è il problema?
Il problema è che non si tiene conto del fatto che posso trovare lo stesso additivo in più alimenti nello stesso giorno e quindi sforare facilmente senza rendermene conto.
Mettiamo che mangi un paio di chewing gum durante il giorno, per una pausa ti prendi un succo di frutta e una merendina e la sera mangi una minestra con l’aggiunta di dado.
Ovviamente per come la vedo io non dovresti consumare neanche una delle cose che ho appena elencato, ma sono comunque prodotti di consumo molto comune, che rendono facile assumere una quantità esagerata di additivi in un solo giorno.
Poi, come se non bastasse, non si è testato l’effetto che hanno combinazioni di più additivi insieme, perché sarebbe troppo costoso viste le tantissime combinazioni.
E non si tiene conto neanche del fatto che, una volta ingeriti, questi additivi subiscono trasformazioni date dalla digestione, dall’acidità e da tante altre reazioni che avvengono nel nostro corpo.
Così come l’ambiente digestivo rende tossici i nitrati, qualcosa di simile è possibile che succeda con ogni singolo additivo, con chissà quali conseguenze per noi…
Cos’altro nasconde un’etichetta?
Altra presa per i fondelli derivante dalle etichette è l’obbligo di scrivere gli ingredienti usati, ma non come quegli ingredienti siano stati ottenuti.
Mi spiego meglio, se ad esempio una merendina è ripiena di purè di fragole, in etichetta leggerai purè di fragole 20%.
Non potrai però sapere se quel purè sia stato fatto usando effettivamente delle fragole, oppure aromi, coloranti, conservanti, dolcificanti chimici e compagnia bella.
Per cui, meglio acquistare alimenti più al naturale possibile specie, per chi ne mangia, per quel che riguarda prodotti come ad esempio lo yogurt, da preferire sempre bianco e biologico.
Quelli con aggiunta di “frutta” o altro, sono fortemente infestati di sostanze poco raccomandabili.
Olio e grassi
Ingrediente che si trova praticamente ovunque e al quale devi prestare attenzione è l’olio.
Ci sono diversi tipi di olio, con qualità assai differenti.
Quello da preferire è l’olio extravergine d’oliva spremuto a freddo, stop!
Quando in etichetta trovi scritto olio vegetale o cose simili, ma comunque non specificatamente olio EVO (abbreviazione di Olio Extravergine d’Oliva), allora è stato usato sicuramente un olio di bassa qualità.
E molto probabilmente non è stato spremuto a freddo, ma estratto con solventi chimici.
Se vuoi scoprire le diverse qualità di olio e quanta differenza in termini di ripercussioni sulla nostra salute ci sono, ti consiglio questo articolo.
Capitolo a parte è quello sull’olio di palma, non voglio soffermarmici più di tanto perché negli ultimi tempi se ne è discusso più che abbastanza.
Voglio solo porre l’attenzione sul fatto che lo stiano eliminando sempre più marche ed è indicativo anche come un’azienda grande come la Coop abbia ritirato di colpo tutti i suoi prodotti che lo contenevano.
Ne stanno parlando tutti, chi lo attacca e chi lo difende.
Sappi solo che, al di là di tutto, anche se di per sé fosse un alimento sano (come no!), è un qualcosa di fortemente trattato: sbiancato e deodorato per evitare cattivi odori negli alimenti e raffinato per evitare che faccia schiuma, specie durante cotture ad alta temperatura come la frittura.
Non mi voglio esprimere troppo sull’impatto che ha sull’ambiente, però voglio farti vedere qualche foto.
Per chi pensa che raccolgano a mano frutto per frutto, devo dare questo dispiacere.
Buttano giù tutto: frutti, alberi e anche chi ci vive sopra!
Mi dispiace averti mostrato immagini brutte, ma a volte sembra che questi fatti siano solo invenzioni di “animalisti” e “ambientalisti”.
Ecco ora un’altra dicitura molto frequente: i grassi idrogenati, che sono quei grassi trasformati da liquidi a solidi per essere lavorati meglio dall’industria.
Con l’idrogenazione si ottengono gli acidi grassi trans che fanno malissimo, in particolare abbassano il colesterolo buono e alzano quello cattivo.
Li trovi dove in etichetta si legge: “olio vegetale”, “grassi vegetali”, “grassi vegetali idrogenati”, “olio di palma”, “olio di cocco”, “margarina”.
Per tutti quelli che: marca= qualità…sveglia!
Un errore banale da commettere è quello di basarsi troppo sulla marca, credendo che necessariamente essa sia sinonimo di qualità.
Le grandi marche sanno che, anche un po’ inconsciamente, nelle nostre teste facciamo questo tipo di associazione.
Riescono quindi spesso a far passare inosservati ingredienti pessimi che mettono un po’ qua un po’ là, tanto noi ci fidiamo.
Piccolo accorgimento, non fidarsi troppo del marchio dietro al prodotto. Meglio basare le proprie scelte sugli ingredienti scritti chiaramente in etichetta.
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Cosa si scopre guardando un uovo?
Io vivo benissimo senza e quindi non ne ho bisogno, ma se tu mangi uova questa spiegazione ti tornerà molto utile.
Se hai mai notato, le uova hanno un codice.
Ebbene non è un qualcosa che serve solo a chi le commercia, quel codice ti dice esattamente cosa stai comprando.
Un codice appare così: 2 IT 058 RM 093
- Il primo numero indica il tipo di allevamento:
0= biologico, lo spazio è di 43 metri quadri per ciascuna gallina, possono muoversi e vengono alimentate con mangimi biologici;
1= allevato all’aperto, in un capannone e possono uscire in uno spazio dedicato, ma niente erba. Hanno un minimo di 4 metri quadri ciascuna;
2= a terra, vivono in un capannone, non possono uscire, massimo 7 galline per metro quadro (quanto spazio, non sarà troppo?);
3= in gabbie di 15 cm, in batteria, per fortuna questo atroce tipo di allevamento è stato vietato dal 1° gennaio 2012. Non che questo risolva i problemi dell’allevamento di galline, ma è già qualcosa.
- IT, che sta ovviamente per Italia.
- 058 è il codice Istat del Comune del produttore.
- RM, la sigla della provincia.
- 093 (numero che ho scelto casualmente), è il codice identificativo dell’allevamento.
Per capire invece la freschezza:
- A-extra= freschissime;
- A= fresche;
- B= 2° qualità;
- C= uova declassate usate per i prodotti confezionati (pandoro, torte ecc, tutti ottenuti con la peggior qualità di uova che ci possa essere).
Smontiamo altre 20 cose che propongono i supermercati
1 – cibi affumicati: sempre di più fatti con aromi chimici e non più con l’affumicatura con legno, sono nocivi.
L’affumicatura permette una più lunga conservazione del cibo grazie a delle sostanza che fanno coagulare le proteine.
È bene non abusare nemmeno dell’affumicatura classica, essendo le sostanze prodotte dal fumo dannose.
2 – prodotti biologici: come già detto altre volte, il biologico è da preferire in tantissime occasioni (ho scritto anche questo articolo al riguardo) e non mi sto rimangiando tutto.
Il punto è che se una cosa fa male, fa male anche se è biologica.
Della carne rossa biologica ti farà alzare lo stesso il colesterolo, un dolce biologico, ma pieno di zucchero, ti farà alzare lo stesso la glicemia e ti farà ingrassare se ne abusi.
3 – pane: è un prodotto infido, spesso contiene strutto, conservanti, coloranti e zucchero (indicato anche come destrosio).
4 – formaggini e sottilette: lavorati a caldo e pieni di additivi.
Sono la peggior forma di latticini essendo fatti per lo più (se non del tutto) con sostanze di scarto o conservate a lungo e andate a male.
ATTENZIONE vegetariani, perché in generale nei formaggi il caglio è spesso animale (ricavato dall’intestino degli agnelli ad esempio) e non c’è obbligo di scriverlo in etichetta.
Quindi, o conosci il produttore, o sai che quel tipo di formaggio è fatto con caglio vegetale, o il rischio che sia animale è molto alto.
5 – sughi pronti: fatti con pochissima polpa (e di bassa qualità) e aggiunta di concentrato di pomodoro, zucchero, sale e ovviamente aromi vari.
Fatteli da te e non sbagli mai.
6 – dado: strapieno di glutammato e altri additivi dannosissimi, lascialo perdere del tutto.
Meglio insaporire con della verdura fresca, facendo un veloce brodino vegetale o facendosi il dado fatto in casa (basta una ricerca su Google per trovare tante ricette).
7 – frutta secca: prugne, mirtilli, datteri, albicocche, uvetta e via dicendo, sono prodotti sani e fantastici per farsi, ad esempio, il muesli fatto in casa o per uno snack.
Spesso sono però rovinati da conservanti nocivi e pieni di zucchero.
Se ne trovano facilmente senza, basta controllare sempre.
Oppure acquisti uno strumento meraviglioso, che è l’essiccatore (lo trovi qui), e il gioco è fatto.
Oltretutto, sostieni si una spesa all’inizio, ma a lungo andare ti farà risparmiare soldi, essendo la frutta già essiccata piuttosto costosa da acquistare in alcuni casi.
8 – sale: quello marino integrale è da preferire al raffinato (il classico che ci viene venduto) che dà più problemi.
In generale comunque meno se ne usa e meglio è.
9 – merendine & Co.: dolci confezionati, biscotti, barrette, sono tutti prodotti composti con materie di bassissima qualità (come uova scadenti o marce…eh già, purtroppo è così) e per questo pieni di conservanti, coloranti, aspartame e simili, zucchero raffinato e grassi idrogenati.
10 – succhi di frutta: di frutta ne contengono poca e niente, spesso fatti anche da concentrato di frutta. Pieni di zucchero e dolcificanti, in più tanti coloranti e conservanti.
Anche qui, un bell’estrattore o centrifuga in casa e il problema è risolto (trovi qui lo stesso che uso io, è ottimo e mi dura da anni).
11 – cereali per la colazione: quelli che più comunemente troviamo e usiamo sono raffinatissimi, impoveriti delle migliori sostanze nutritive e pieni di zucchero.
Basta vedere il cereale com’è in natura e come diventa poi.
È possibile farsi i fiocchi anche a casa o di mangiare cereali ammollati.
Sono buonissimi, più nutrienti e più digeribili, provali.
Ti basta mettere a mollo la sera 4/5 cucchiai di farro, avena, orzo o il cereale che preferisci, in un po’ d’acqua fredda.
La mattina scoli, arricchisci con quello che più ti sfizia (frutta secca, nocciole, mandorle, una tisana ecc) e il gioco è fatto.
12 – marmellata: controllare la quantità di zucchero, che spesso supera quella della frutta.
Ce ne sono svariate in commercio che contengono solo gli zuccheri della frutta o dolcificate con succo di mele o di uva (tipo questa).
In alternativa, puoi sempre fartela in casa 🙂
13 – prodotti light salati: in compenso al “senza grassi” o “senza sale”, contengono glutammato monosodico E621 e i suoi affini, E620, E622, E623, E624, E625.
È una sostanza che può portare, in caso di tumore, ad una sua crescita, e poi epilessia, palpitazioni, sonnolenza, debolezza, ansia, infertilità, tachicardia, depressione, ritenzione idrica, dolori di stomaco e altro.
È contenuto soprattutto in alimenti che riportano ad esempio “estratto di lievito”, “gelatina”, “oli e grassi vegetali idrogenati” o “aromi naturali”.
14 – prodotti light dolci: qui il “senza zucchero” nasconde la presenza di dolcificanti chimici come l’aspartame (E951), te ne parlo nell’articolo sullo zucchero.
15 – patatine fritte e pop corn: sono pieni di sale e additivi.
Le patatine fritte andrebbero lasciate perdere del tutto, ma se proprio ne vuoi un pacchetto ricordati di controllare l’olio usato per friggere, che solitamente è di qualità scadente.
I pop corn preferiscili fatti a casa, sono un ottimo snack ricco di fibre.
16 – caramelle: fatte praticamente per intero da zucchero, coloranti, conservanti e aromi.
In più ATTENZIONE vegani e vegetariani perché la quasi totalità di quelle gommose sono fatte con scarti animali, quali le ossa!
17 – chewing gum: qui il vanto del senza zucchero arriva ai massimi livelli, peccato che ci sia sempre il famigerato aspartame!
18 – vino: molti tipi sono fatti con uva trattata e di bassa qualità, i solfiti che contengono (riportati con una scritta minuscola in basso, ovviamente) danno problemi quali insonnia, cancro e aumento del colesterolo.
Ne basta pochissimo per superare la dose giornaliera accettabile.
Detto questo, al di là dei solfiti in etichetta, il vino e l’alcol in generale sono argomenti sui quali c’è molto da dire e ne parlerò in uno spazio a parte.
19 – bibite light o zero: le peggiori. L’assenza dello zucchero è sempre giustificata dalla presenza di dolcificanti chimici.
Ti rimando sempre all’articolo sullo zucchero per saperne di più.
20 – dentifricio: non molti lo sanno, ma la lista degli ingredienti dei dentifrici nasconde amare verità, quest’argomento meritava secondo me un breve articolo dedicato, lo trovi qui: Vuoi denti sani e puliti? Abbandona il dentifricio!
BONUS utilissimo per vegetariani e vegani: gli amici di Animal Equality hanno realizzato un utilissimo bigliettino, che riporta tutti gli additivi di origine animale, puoi portarlo sempre con te per avere una giuda agli acquisti, in caso di dubbi.
Lo offrono a tutti negli eventi ai quali partecipano, seguili e procuratelo.
Conclusioni
Riassumendo quanto detto, è un’ottima abitudine leggere sempre la lista degli ingredienti dei prodotti che acquisti.
Come hai visto anche le cose più insospettabili nascondono lati oscuri.
All’inizio potrà sembrarti un processo troppo macchinoso e che fare la spesa ti porterà via delle ore.
In realtà con l’abitudine diventa una cosa molto veloce e inizierai a capire con un mezzo colpo d’occhio se quello che hai in mano convenga lasciarlo sugli scaffali o metterlo nel carrello!
In generale comunque meno cose prodotte a livello industriale e confezionate consumi e meglio è.
In più fare da te il pane, i biscotti e roba del genere, riduce drasticamente i rischi di assumere sostanze dannose e ti fa riscoprire il gusto e la soddisfazione delle cose preparate in casa, che sono sempre più buone ed apprezzate.
Inizia a decidere per la tua salute, non farti prendere in giro!
A presto!
Un abbraccio,
Riccardo.
PS: Ultima importantissima cosa
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