Che cos'è la sostenibilità e perché è importante - Riccardo Ze

Che cos’è la sostenibilità e perché è importante

Se preferisci la versione video dell’articolo, eccola qui

“La più grande minaccia per il nostro pianeta è la convinzione che qualcun altro lo salverà.”

Robert Swan

Abbiamo già tanti problemi, perché mai dovremmo prestare anche attenzione a quello della sostenibilità?

Non possono pensarci i governi e sbrigarsela loro mentre noi badiamo alle cose nostre?

E poi, che significa concretamente?

Sentiamo parlare sempre più spesso di sostenibilità. Se ne parla in tanti ambiti diversi.

Lo leggiamo sulle etichette di prodotti biologici, la usa nello slogan un’azienda di energia, ne parla un imprenditore mentre presenta i piani per il futuro del proprio business.

Come può un solo termine essere buttato qua e là in contesti così diversi? E poi, a noi come singoli cittadini perché ne dovrebbe fregare?

Capiamo meglio cosa significa questo termine.

Cosa significa la parola sostenibilità?

che cos'è la sostenibilità riccardo ze

Wikipedia lo definisce come “la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto a un certo livello indefinitamente”.

Chiaro no? Ora sai cosa fare per vivere in modo sostenibile, mi pare ovvio.

L’articolo è finito qui, alla prossima.

È piuttosto difficile agire o cambiare abitudini se non capiamo cosa dobbiamo fare e perché dobbiamo farlo.

Sembra che il concetto di sostenibilità sia partito dalla Germania, già nel ‘700 da von Carlowitz e poi a fine ‘800 da Georg Hartig, un forestale tedesco.

Vedevano che il ritmo con cui venivano tagliati gli alberi non gli consentiva di ricrescere e rinnovarsi, la foresta piano piano stava sparendo e quindi i grandi profitti immediati avrebbero poi causato danni di lungo termine.

La commissione Mondiale sull’ambiente e sviluppo dell’ONU ha invece definito la sostenibilità, verso la fine degli anni 80, come il “soddisfare le esigenze di una generazione, senza compromettere la possibilità delle prossime generazione di soddisfare le proprie”.

Ok, già meglio. Si inizia a intuire che è una roba importante.

Chiariamo il fatto che non ha un significato unico, è un concetto molto ampio e che possiamo leggere a diversi livelli.

I 3 livelli della sostenibilità

Prendiamo l’esempio della dieta.

Al livello della salute mettiamo che tu voglia dimagrire, benissimo.

Mangi 20 g di riso, un po’ di insalata e 2 crackers al giorno.

Sicuramente dimagrirai, ma per quanto tempo potrai reggere?

Quella dieta non è sostenibile per la tua salute.

Passiamo poi al livello di spesa.

Se per mangiare bene devi impiegare 4 ore a cucinare al giorno e usare solo ingredienti ultra costosi, anche in quel caso, non è sostenibile.

E infine prendiamo il livello dell’ambiente.

Mangiare solo alimenti che richiedono un gran dispendio di risorse per essere prodotti, che inquinano e che contribuiscono a distruggere la natura è sostenibile? Chiaramente no.

Facciamo un altro esempio: lo studio.

Puoi decidere di studiare 14 ore al giorno per riuscire a ottenere voti più alti, ma puoi farlo tutti i giorni, tutto l’anno? No, non è sostenibile.

Una sola parola quindi può guidarci in tante scelte e situazioni.

Ma tornando un attimo al modo più convenzionale di intenderla, la sostenibilità viene divisa normalmente in 3 tipi: ambientale, sociale ed economica.

Partiamo da quella ambientale.

La sostenibilità ambientale.

Sostenibilità ambientale riccardo ze

Qui pensiamo di solito a: cambiamenti climatici, deforestazione, acidificazione degli oceani, inquinamento dell’aria, estinzioni, salvaguardia della fauna selvatica e temi simili.

Il punto principale da capire è che la natura si rinnova in cicli e ha capacità di rigenerazione delle risorse, ma si prende il suo tempo per ricrearle.

Se gliele togliamo più in fretta di quanto ci mettono a rigenerarsi e in quantità eccessive, i cicli saranno sempre più scarsi e prima o poi le risorse finiranno.

È un po’ ciò che è successo durante il primo lockdown del 2020.

I rifornimenti ai supermercati erano abbastanza lenti, noi compravamo di più e gli scaffali sono rimasti vuoti.

La Terra sta subendo lo stesso.

A New York, a Union Square c’è un gigantesco timer, il climate clock.

Climate clock sostenibilità Riccardo Ze

Mostra il conto alla rovescia di quanto tempo ancora abbiamo per raggiungere emissioni 0 prima che sia troppo tardi.

Nel momento in cui scrivo questo articolo sono rimasti meno di 7 anni (non ho trovato la foto aggiornata).

Il problema è che non diamo più peso al fatto che consumiamo e sprechiamo risorse limitate senza rispettare i ritmi della natura.

Il nostro consumo deve essere a livelli che le permettono di rinnovarsi.

Pensiamo al pesce.

Se continuiamo a pescare a ritmi che non consentono neanche la riproduzione, non ci vuole un genio a capire che prima o poi finirà…ed è proprio ciò che sta succedendo.

Se uccidiamo ogni mamma incinta o ogni possibile papà, da chi nasceranno i figli?

Passiamo adesso alla sostenibilità sociale.

La sostenibilità sociale.

Sostenibilità sociale riccardo ze

Qui significa combattere la povertà, riconoscere pari diritti a chiunque, fornire una migliore educazione, riconoscere a tutti il diritto di accedere alle stesse risorse.

Per esempio alcuni paesi ricchi, come può essere il nostro, comprano la carne da paesi poveri.

Per ora lasciamo perdere la sostenibilità di per sé della carne.

I lavoratori di quei paesi poveri vengono sottopagati per lavorare alla sua produzione e i loro concittadini muoiono di fame mentre la persona del paese ricco si gusta la sua bistecchina.

Socialmente non mi sembra una cosa, che dici?

Purtroppo sappiamo che anche qui siamo ben lontani dall’essere un pianeta sostenibile.

Arriviamo adesso alla sostenibilità economica.

La sostenibilità economica.

Sostenibilità economica riccardo ze

Banalmente: se alla mia azienda entrano 100 milioni all’anno, ma ne escono 200, non è sostenibile.

Prima però parlavamo di livelli.

Un’azienda deve essere sicuramente sostenibile a livello economico, ma ormai la sua sostenibilità dovrebbe comprendere anche il livello sociale e ambientale per contribuire a migliorare la società e non danneggiare l’ambiente.

La stessa cosa vale per uno stato.

Per capire meglio questa cosa dei livelli ti faccio un esempio.

Un’azienda italiana che vende magliette in cotone biologico ecosostenibile, ma affida la produzione a una fabbrica indiana che fa lavorare dei minorenni 16 ore al giorno sotto pagandoli e facendoli stare in condizioni igieniche disastrose.

È sostenibile?

Oppure: un prodotto alimentare con marchio equo e solidale venduto in grandi confezioni di plastica, lo è?

Ci sono diversi livelli per ogni cosa quindi e questi livelli devono coesistere, non si può curare uno e trascurare gli altri 2.

Tutta questa cura però parte dal basso, da noi singoli abitanti del pianeta.

Ognuno può e deve iniziare a fare la sua parte

Le aziende sono fatte di persone, i governi lo stesso, le città anche, quindi o l’essere sostenibili parte da noi o la situazione si farà ancora più buia.

Quando devi comprare, mangiare o usare qualcosa chiediti: posso farlo per sempre? Cosa succederebbe se tutti lo facessero?

Per esempio poniti queste domande riguardo l’acqua che bevi.

Se tutti come me (un me ipotetico) comprassero 12 bottiglie di plastica ogni settimana, che fine faremmo?

Con tutto questo sto dicendo che da domani dovresti stravolgere totalmente la tua vita?

No.

Parliamo di un percorso infinito che si fa un passo alla volta.

Giorno per giorno, scelta per scelta, abitudine per abitudine.

Ora ti racconto una cosa che mi riguarda, so che farà arrabbiare qualcuno ma ciò che conta è il ragionamento di fondo.

Mi chiedono spesso perché non mangio miele e mi dicono che il piccolo apicoltore di paese tiene alle sue api e le tratta bene.

È sicuramente vero che spesso è così ma, a parte il fatto che non vedo perché dovrei rubare il miele alle povere api che ci lavorano tanto, può tutta la popolazione mondiale consumare miele semplicemente comprandolo dai piccoli apicoltori?

No, e allora come si fa a scegliere chi può mangiarlo e chi invece deve rinunciare?

Io scelgo di non mangiarlo e basta.

Anche perché il risultato del mangiarlo è che servono produzioni molto più intensive e una percentuale altissima di api è morta, danno molto importante.

Ma non divaghiamo, è un tema ampio di cui magari parlerò in altri contenuti.

Oggi il tema della sostenibilità è più importante che mai

Sia perché abbiamo alzato i nostri livelli di idiozia (ehm, di ingordigia) e sfruttamento delle risorse, sia perché la popolazione mondiale aumenta in fretta, ma la terra resta sempre della stessa dimensione.

Grafico che mostra la crescita della popolazione mondiale dal 1942 al 2021

Abbiamo bisogno di abbastanza foreste che siano capaci di assorbire la quantità di CO2 che produciamo oppure il debito continuerà ad aumentare.

L’accordo di Parigi dice che non dovremmo assolutamente consumare più di un quarto delle risorse fossili del pianeta, eppure continuiamo a prenderne.

Si prevede che ci saranno tra i 50 e i 100 milioni di profughi ambientali entro il 2100 a causa dei cambiamenti climatici.

Prima mi è scappata la parola idiozia, forse mi ha influenzato un video del TEDx che ho visto.

Simone Molteni (direttore scientifico di LifeGate) in quell’intervento racconta di un sondaggio in cui alle persone veniva chiesto dove preferissero investire.

La prima opzione era in attività che danneggiano l’ambiente, la seconda era in attività che rispettano l’ambiente e che avrebbero garantito gli stessi risultati economici della prima opzione.

La cosa scioccante è che il 14% ha risposto che preferiva investire in attività che danneggiano l’ambiente.

Svegliamoci.

Pensate solo che se tutti volessimo vivere con lo stile di vita che abbiamo in Italia servirebbero circa 4 pianeti.

Egoismo vs responsabilità

Overshoot day riccardo ze

Non so se conosci l’overshoot day.

È una sorta di ricorrenza che cade nel giorno in cui vengono consumate le disponibilità di risorse che il pianeta può generare in un anno.

In pratica se dalla terra possiamo prendere 100 in un anno, quando raggiungiamo il consumo di 100 quello è l’overshoot day.

Ebbene nel 2022 quel giorno è arrivato il 28 luglio!

Da quel giorno fino al 31 dicembre è tutta roba in più che abbiamo sottratto al pianeta.

Sono un sostenitore della meditazione perché, tra le tante cose, ti aiuta a vivere più nel presente e a non preoccuparti sempre del futuro.

A livello individuale ci preoccupa tanto il nostro futuro, a livello più ampio ci preoccupiamo invece solo del presente e di trarre il massimo profitto o piacere.

Beh dovremmo invertire le cose.

Con la crescita di attenzione verso la sostenibilità potremmo dire che è nata la cultura della responsabilità.

L’imprenditore ha responsabilità, il politico, io, voi.

Siamo responsabili di come lasceremo il pianeta, responsabili per quello che indossiamo, per quello che compriamo, per quello che buttiamo e non buttiamo, per quello che mangiamo.

Noi abbiamo ridotto male il pianeta e noi possiamo rimediare.

Ma ricorda, abbiamo meno di 7 anni.

La domanda da farci è: mi sto assumendo le giuste responsabilità?

Non puoi superare un solo giorno senza avere un impatto sul mondo che ti circonda. Quello che fai fa la differenza, e devi decidere che tipo di differenza vuoi fare.

Jane Goodall
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